UN PO' DI STORIA DI IW1AU...

Il sottofondo musicale (sigla d'inizio trasmissioni quotidiane televisive della RAI, anni '60), non vuole certo ingigantire queste poche pagine, ma indicare solo un crescendo da portare avanti... e questo è il mio auguro a tutti voi che leggerete queste pagine.

Tutto cominciò con alcuni eventi che fecero breccia in me durante la mia adolescenza:

Un regalo "casuale" di una scatola di montaggio "Elettro BRAL", l'equivalente elettrico del più noto "Meccano";

La conoscenza "casuale" di uno studente frequentante perito elettrotecnico (Daniele Defendenti di Milano);

L'incontro "casuale" con Paolo, I1HJP (SK 2014), che mi fece scoprire la radio!


La frequentazione del Sig. Cornelio Pace (SK 2002), un valido radiotecnico con voglia d'insegnare;

Questo mix fece da detonatore...

IW1AU

Nel 1980 conseguii la patente speciale di radioamatore con nominativo ministeriale IW1AU (la licenza giunse nel 1982!!!) e fin da subito mi applicai all'autocostruzione di antenne direttive per le bande VHF e UHF, preamplificatori a basso rumore per quelle bande e alcune modifiche di apparati commerciali, nell'intento di migliorarne le caratteristiche o rimediarne alcuni difetti. Le realizzazioni più significative sono alla pagina dedicata ai miei articoli.

Il mio apice radioamatoriale lo raggiunsi quando approdai al traffico via satellite; in questa attività tutte le conoscenze tecnico/scientifiche dovevano essere messe a frutto, perché:

  1. le antenne devono avere lobi particolari, per evitare di catturare rumore radioelettrico;
  2. le antenne devono avere due gradi di libertà di movimento (rotazione ed elevazione) con tutte le complicazioni meccaniche che ne conseguono;
  3. preamplificatori e cavi di discesa devono essere ottimizzati per la minor cifra di rumore;
  4. bisogna avere conoscenze non banali di meccanica celeste (terminologie, calcoli di orbite, ecc.);
  5. una buona pratica operativa, soprattutto a riconoscere frasi sensate in lingua straniera, distorte da vari fenomeni propagativi (non ultimo la rotazione di Faraday!).

Nella mia "vita" radioamatoriale, ho privilegiato di più la parte "tecnica" che quella "sociale", sebbene quest'ultima non fosse disdegnata. Infatti sono stato membro attivo della Sez. ARI di Nizza Monf. (AT), dando un contributo per le capacitá di cui ero allora dotato.
Dopo un lungo periodo di vita a Torino, ora vivo a Villanova d'Asti (AT), dove forse ho trovato una posizione migliore per le mie antenne, con un orizzonte decisamente più aperto...

Come in tutte le cose umane, è inutile negarlo, arriva la fase calante e la cosa che più mi rammarica è di non aver ancora trovato il tempo per trasferire le esperienze maturate ad altri OM che potessero, continuando, portarle ad un più maturo compimento.

Mi rimangono ancora un sogno nel cassetto:

trovare un sistema facile e poco costoso per fare misure sui diagrammi d'irradiazione di antenne, senza far uso di camere schermate, ma respirando aria buona in campagna! (ci sono stati già dei tentativi anche ben riusciti, ma a mio parere ancora fuori della portata dei più, che, come me, hanno pochi soldi da dedicare).

RIFLESSIONI!

Ormai il tempo è tiranno per tutti; per non soccombere e divenire dei semplici pigia-bottoni, forse la soluzione è creare dei gruppi di lavoro, dove ognuno con le proprie capacità, apporta un contributo.
Questa nuovo approccio trova ancora difficoltà ad entrare nelle coscienze, essendo, per tradizione, un vero radioamatore colui che si fa le cose da sè; tuttavia la forza degli eventi che stanno percorrendo i settori tecnologici, deve far riflettere che "il singolo contributo perde di efficacia" mentre acquista grande rilievo, se facente parte di un progetto più grande.

La strada da battere dunque per me è questa, anche se vincere le proprie manie di grandezza, non è cosa da meno!

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